Venticinquemila farmacisti hanno iniziato il percorso formativo per diventare vaccinatori. Il ministro Roberto Speranza: le coperture economiche ci sono
Venticinquemila farmacisti hanno iniziato il percorso formativo per diventare vaccinatori e hanno dato la loro disponibilità 11.000 farmacie, che diverranno luoghi di vaccinazione. Grazie ai protocolli siglati con le diverse categorie possiamo mettere in campo un elevato numero di vaccinatori. Le coperture per far fronte a questa spesa ci sono e il Governo è pronto a rimpinguare il Fondo dedicato in caso di necessità. È questo uno dei contenuti dell'informativa sulla campagna vaccinale tenuta oggi alla Camera da parte del ministro della Salute Roberto Speranza, che ha fatto il punto anche sulle dosi in arrivo.
Si lavora su una base di 45 milioni di vaccini in arrivo entro giugno
«Le difficoltà che abbiamo ancora davanti non vanno sottovalutate», sono state le parole del Ministro, «ma oggi ci sono le condizioni per guardare con fiducia alla fase che si sta aprendo. Attualmente, la campagna vaccinale supera le 14 milioni di somministrazioni. Tra dicembre e marzo abbiamo ricevuto poco più di 14 milioni di dosi e, tra aprile e giugno, ne otterremo oltre il triplo. Nel secondo trimestre i contratti europei prevedono circa 50 milioni di vaccini in arrivo nel nostro Paese ed è di ieri la notizia che Pfizer anticiperà, dal quarto al secondo trimestre, la consegna all'Unione Europea di 50 milioni di dosi. Questo porterà in Italia poco meno di 7 milioni di dosi aggiuntive (il 13,46%). Prudenzialmente, il commissario straordinario sta lavorando su una base di 45 milioni di vaccini in arrivo entro giugno». Numeri che «ci mettono nelle condizioni di completare le fasce anagrafiche più a rischio».
25mila farmacisti hanno avviato formazione. Si punta a fasce anagrafiche a rischio
«Abbiamo creato, in queste ultime settimane, le condizioni per mettere in campo un numero alto di vaccinatori: le coperture economiche per far fronte a questa spesa ci sono e il Governo è pronto, in ogni momento, a rimpinguare il fondo vaccinazioni in caso di necessità. L'Italia è pronta a un'ulteriore accelerazione. Sono stati siglati gli accordi necessari con categorie importanti di professionisti, d'intesa con le Regioni e, grazie ai Protocolli, possiamo contare su circa 42.000 medici di medicina generale, 7.000 pediatri di libera scelta, 38.000 specializzandi, 18.000 specialisti ambulatoriali, 63.000 odontoiatri, 270.000 infermieri del Ssn, autorizzati a svolgere prestazioni aggiuntive al di fuori dell'orario di lavoro. E ancora: 25.000 farmacisti hanno iniziato il corso formativo e hanno dato la loro disponibilità 11.000 farmacie, che diventeranno luoghi di vaccinazione. A queste donne e uomini va la profonda gratitudine del Governo e del nostro Paese». Dopo di che, «appena avremo più dosi a disposizione, vaccineremo nei luoghi di lavoro». Per quanto riguarda il Piano, «il criterio anagrafico è quello fondamentale nella nostra strategia. Ora, anche alla luce della nuova Ordinanza del commissario straordinario, tutte le Regioni devono attenersi a questa indicazione». L'obiettivo è «entro il secondo trimestre quello di somministrare la prima dose al target degli over 60, dove si sono concentrati il 95% dei decessi».
Su J&J auspichiamo chiarezza. È vaccino fondamentale per strategia nostro Paese
Da Speranza un riferimento anche al vaccino Astrazeneca: «Si tratta di un vaccino che, come tutti gli altri, è efficace e sicuro e salva la vita alle persone. Lo abbiamo visto analizzando i risultati del Regno Unito: il successo della campagna inglese si basa prevalentemente sul suo utilizzo». Vorrei «ricordare che su 32 milioni di vaccinazioni e 222 segnalazioni, sono stati registrati 68 eventi avversi, di cui 18 fatali. Parliamo di un fenomeno, pur doloroso, che è numericamente molto ridotto. Non possiamo sottovalutare queste reazioni e questi casi, ma dobbiamo mantenere alta l'attenzione e la vigilanza». E questo significa anche procedere a «modifiche e cambi di rotta nelle indicazioni sulla somministrazione. La scelta di raccomandare il vaccino Astrazeneca per la fascia 60-79 si basa sul fatto che le pochissime reazioni che ci sono state si sono concentrate, nel 90%, al di sotto dei 60 anni e che, sulla base della esperienza inglese, è particolarmente indicato nelle persone con sistema immunitario in declino». Relativamente, «poi, ai cittadini che hanno già ricevuto la seconda dose del vaccino Astrazeneca, i dati riferiti da Aifa dicono che su 600.000 vaccinati sono state registrate zero reazioni avverse in seguito alla seconda dose». Martedì «l'Fda ha sospeso il vaccino Johnson & Johnson negli Usa, avendo riscontrato 6 eventi trombotici avversi su 7 milioni di somministrazioni e, a seguito di questa decisione, l'azienda ha rimandato la partenza della campagna in Europa. Seguiamo la valutazione dei dati che emergono. Il nostro auspicio è che presto possano esserci elementi di chiarezza che ci consentano di iniziare ad usare un vaccino, per altro monodose, che riteniamo importante per la nostra campagna. Ricordo che è prevista la consegna di 7,3 mln dosi nel secondo trimestre e di 15,9 mln nel terzo». A ogni modo, «con l'arrivo delle dosi di diversi vaccini in quantità massiccia, la campagna italiana sta accelerando e nelle prossime settimane concentreremo forze e risorse per completare le somministrazioni a tutti gli over 80 e 70 e ai soggetti fragili».