Dalle farmacie rurali un progetto per i cittadini delle aree interne del Paese


30/03/2019

Prevenzione, Servizi di front-office, Diagnostica e tele-assistenza, Assistenza domiciliare, Emergenza-Urgenza.

Sono queste le cinque macroaree individuate dal Sunifar (l'associazione delle farmacie rurale che aderisce a Federfarma) nelle quali intervenire per «migliorare la qualità della vita delle persone, rafforzare la comunità, superare le diseguaglianze territoriali e sociali, in particolare nelle zone interne del Paese».

In questa prospettiva il Sunifar ha presentato giovedì 28 marzo a Roma un progetto in collaborazione con Cittadinanzattiva e Uncem (l'Unione dei comuni, comunità montane ed enti montani).

«Le Aree interne – spiega Silvia Pagliacci, presidente Sunfifar - sono quelle lontane dai centri principali per cui i residenti hanno difficoltà ad accedere a servizi essenziali e, in particolare, a scuola, trasporti, sanità. Tali Aree coprono circa il 60% del territorio nazionale e in esse risiede quasi il 22% della popolazione italiana». Nel 2012 il ministero della Coesione territoriale mise a punto la Strategia nazionale per le Aree interne con l'obiettivo di contrastare il declino demografico di questi territori. «Ma dal primo Rapporto annuale sulla farmacia, predisposto da Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma, risulta – ricorda Pagliacci - che solo in 12 delle 72 strategie locali elaborate dal Consiglio dei ministri sia previsto un ruolo specifico per le farmacie, spesso con un riferimento generico alla farmacia dei servizi, malgrado esse siano l’unico presidio sanitario facilmente accessibile. E non parlo solo di farmacie rurali, ma anche di farmacie urbane, perché nelle Aree interne sono presenti anche centri con più di 5 mila abitanti».

In questa situazione, il progetto presentato dovrebbe consentire ai farmacisti delle Aree interne di partecipare ai lavori delle associazioni dei sindaci e facilitare così il coinvolgimento delle farmacie nelle attività previste.

All’interno delle cinque e macroaree sono stati individuati alcuni servizi considerati di particolare utilità per le popolazioni locali: test diagnostici di prima istanza, screening di prevenzione per patologie di forte impatto sociale; prenotazioni, pagamento ticket, ritiro referti; prestazioni di telemedicina, come ecg, holter cardiaco e pressorio, telespirometria; consegna di farmaci, dispositivi, materiale per medicazioni e consulenza sanitaria su interazioni, alimentazione e così via; defibrillatori ed effettuazione di piccole medicazioni.

«Se coinvolte in queste attività le farmacie rurali, e più di tutte quelle delle Aree Interne, disponibili per vocazione a farsi carico dei problemi dei cittadini nelle zone disagiate, possono svolgere pienamente il ruolo di centro di aggregazione socio-sanitaria – assicura in conclusione Pagliacci - e costituire un punto di riferimento pressoché esclusivo per l’intera comunità, diventando un problem solver, cioè una struttura polifunzionale che dà risposte a tutti i tipi di problematiche, uno sportello che indirizza il cittadino sul percorso più adatto per i suoi problemi».

FONTE: healthdesk


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