Obesità con sindrome metabolica, la colchicina può aiutare a prevenire il diabete


12/04/2019

La colchicina, un farmaco utilizzato per il trattamento della gotta, potrebbe potenzialmente ridurre le complicanze della sindrome metabolica, una combinazione di ipertensione, iperglicemia e altri disordini che aumentano il rischio di malattie cardiache e di diabete di tipo 2.

La colchicina, un farmaco utilizzato per il trattamento della gotta, potrebbe potenzialmente ridurre le complicanze della sindrome metabolica, una combinazione di ipertensione, iperglicemia e altri disordini che aumentano il rischio di malattie cardiache e di diabete di tipo 2. 

Sono i risultati emersi da uno studio pilota del National Institutes of Health (NIH) pubblicato su Diabetes, Endocrinology, and Metabolism

Oltre un terzo degli adulti statunitensi, circa 84 milioni di persone, hanno il prediabete. Ogni anno il 5-10% sviluppa il diabete e il 70% dei prediabetici diventerà diabetico nel corso della vita. Sebbene siano state sviluppate molte nuove opzioni farmacologiche per il trattamento del diabete, le terapie per prevenire lo sviluppo della malattia sono molto limitate, spiegano i ricercatori. 

Diversi studi suggeriscono che l'infiammazione indotta dall'obesità sia un importante meccanismo che promuove la resistenza all'insulina e la progressione verso il diabete. Gli obesi hanno concentrazioni più elevate di molecole infiammatorie circolanti come gli acidi grassi saturi e l'acido urico, che stimolano la sistema immunitario innato. 

Il risultante stato infiammatorio cronico porta a una progressiva insulino-resistenza e a una diminuzione delle cellule beta pancreatiche, ed è stato supposto che la sua soppressione potrebbe rallentare l'insorgenza del diabete e delle malattie cardiovascolari. 

Colchicina e NLRP3 
La colchicina, un inibitore della polimerizzazione dei microtubuli, viene normalmente usata per combattere o prevenire l'infiammazione in disturbi come la gotta, la febbre mediterranea familiare e la pericardite. Uno dei meccanismi mediante il quale la colchicina esercita i suoi effetti anti-infiammatori è legato all’inibizione della formazione e dell'attivazione dell'inflammasoma NLRP3(Nod‐like Receptor Family Pyrin Domain Containing 3), un componente del sistema immunitario innato che svolge un ruolo fondamentale nel promuovere lo stato infiammatorio nell’obesità. Una volta attivato, produce le citochine attivate interleuchina-1β e 18, avviando e propagando la cascata infiammatoria. 

Uno studio retrospettivo recente ha suggerito che tra i pazienti con gotta, il trattamento a lungo termine con colchicina può avere beneficio glicemico, «tuttavia a oggi nessun trial controllato e randomizzato ne ha valutato gli effetti a lungo termine sul metabolismo del glucosio negli adulti con obesità e sindrome metabolica», hanno premesso gli autori dello studio. 

«Abbiamo ipotizzato che la somministrazione di colchicina ad adulti con sindrome metabolica ma che ancora non avevano sviluppato il diabete di tipo 2, potrebbe migliorare la loro disregolazione metabolica e infiammatoria associata all'obesità». 

La colchicina riduce l’infiammazione 
Il team di ricerca guidato da Jack Yanovski, del National Institute of Child Health and Human Development (NICHD) del NIH, ha arruolato 40 adulti obesi con sindrome metabolica e senza diabete, che sono stati randomizzati a ricevere per 3 mesi capsule di colchicina 0,6 mg o placebo due volte al giorno. 

L'outcome primario era la variazione della sensibilità all'insulina sulla base del test endovenoso di tolleranza al glucosio (IVGTT), mentre gli esiti secondari includevano i cambiamenti in altre variabili metaboliche e i marcatori dell’infiammazione. 

Le analisi non hanno rilevato alcuna differenza tra i due gruppi in merito all’esito primario, tuttavia, il gruppo trattato con colchicina ha mostrato un miglioramento nel test Homeostatic Model Assessment of Insulin Resistance, che stima anche la quantità di insulina necessaria per mantenere il glucosio ematico a livelli normali durante il digiuno. Ha anche ottenuto valori ematici più bassi di proteina C-reattiva (p=0,0015) e altri biomarcatori dell’infiammazione (tutti p<0,005) associata all’obesità. 

Gli autori hanno concluso che «la colchicina ha soppresso con successo l'infiammazione indotta dall'obesità ma non ha migliorato significativamente l'outcome primario dello studio. Diverse misure metaboliche hanno tuttavia suggerito un miglioramento dell'omeostasi del glucosio nel braccio trattato con colchicina. Sono necessari studi più ampi per valutare se la colchicina può essere efficace nel migliorare la resistenza all'insulina e/o nel prevenire l'insorgenza del diabete in soggetti a rischio con infiammazione associata all'obesità». 

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