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Covid a Brescia, un primo dell’anno in coda alle farmacie per il tampone

Fonte: brescia.corriere.it - Articolo di Nicole Orlando
01/01/2022

Covid a Brescia, un primo dell’anno in coda alle farmacie per il tampone.

I servizi alla Fiera (ieri a orario ridotto) sono riservati ai sintomatici molti non rinunciano però a sottoporsi a un test anti-Covid.

I postumi dell’ultimo dell’anno, dietro i banchi delle farmacie, non si misurano più con preparati antiacido o pastiglie anti sbornia bensì con richieste di tamponi a raffica. Così l’anno inizia com’è finito: coda, test anti-Covid, attesa, esito, per qualcuno quarantena, per altri sollievo, in attesa forse di un altro giro, un nuovo tampone, un ennesimo quarto d’ora con il fiato sospeso nell’attesa del risultato.

In città la fila inizia a formarsi prima delle due del pomeriggio, in anticipo sull'orario di apertura del servizio, e solo nelle farmacie che hanno mantenuto il servizio anche il primo dell’anno, come la Vincoli di via Triumplina (un centinaio le prenotazioni di ieri) e la Bravi in via San Zeno. L’hub al centro Fiera, dopo giornate di code chilometriche e ore di attesa, osserva una giornata di parziale riposo: tamponi fino alle 14, sospese invece le somministrazioni dei vaccini negli hub della provincia.

All’esterno della farmacia Bravi si forma un capannello di persone in ordinata attesa. Qualcuno ha preso appuntamento (quelli online sono esauriti da giorni), altri attendono con pazienza. Tra loro qualche «contatto stretto» di positivo, molti contatti non-stretti che preferiscono togliersi il dubbio, alcuni non vaccinati. Come Alessandro, in attesa del tampone perché, spiega, «non mi sono vaccinato per problemi di allergie ma domani torno al lavoro e mi serve il green pass». S e non fosse per l’obbligo di certificato per i lavoratori, spiega, le sue giornate non sarebbero diverse dal solito: «Nei ristoranti non vado, preferisco stare all’aria aperta con i miei bambini. È giusto inasprire le regole ma non sul luogo di lavoro, e mi auguro che non chiedano il super green pass». Poco distante un papà con la figlia: a quest’ora sarebbero dovuti essere in montagna, nella casa presa in affitto per le vacanze di fine anno. «Uno degli amici di mia figlia, che era con noi, è risultato però positivo, perciò siamo subito tornati indietro e abbiamo annullato tutto. Un bel disagio, speriamo almeno essere negativi».

In attesa c’è anche Barbara, che ha accompagnato il marito, appena entrato in farmacia per il test: «Siamo vaccinati con tre dosi ma gli serve il tampone prima di partire per un viaggio di lavoro». Anche da vaccinati, racconta, la vita nelle ultime settimane è cambiata: «Avevamo ricevuto diversi inviti per l’ultimo dell'anno ma, come per il Natale, abbiamo deciso di festeggiare solo in famiglia per timore dei contagi». Come volontaria della Croce Verde non ha dubbi: «Rispetto a quello che abbiamo visto lo scorso anno oggi la situazione è sicuramente meno grave per quanto riguarda gli effetti della malattia. Ma non si può abbassare la guardia».

Tra le persone in attesa si fa strada l'idea che, con l’esplosione dei casi degli ultimi giorni, la domanda non sia più «se» si finirà per prendere il virus ma quando. Nel frattempo, raccontano, si cerca di ostacolarne la corsa, ridimensionando le occasioni di contatto, evitando, quanto più possibile, i luoghi affollati, i baci e gli abbracci a viso scoperto. Intanto il farmacista chiama, a turno, chi è in attesa dell’esito. E non è sempre una buona notizia: sono molti i casi di positività che emergono dai test rapidi e segnano l’inizio di un nuovo percorso di isolamento e solitudine, in attesa che passi anche questa ondata, nella speranza che non faccia troppi danni.


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