Conte: “18mila sentinelle a difesa della salute pubblica”


14/01/2019

È un riconoscimento autorevole nei riguardi della categoria quello fatto dal presidente del Consiglio (nella foto) in occasione della presentazione della terza edizione del “Bilancio sociale delle farmacie italiane”, tenutosi a Roma mercoledì 4 dicembre alla Camera dei Deputati. Giuseppe Conte, infatti, si è rivolto alle farmacie definendole “18mila sentinelle” presenti sul territorio a tutela della salute pubblica, e ricordando il loro “ruolo sociale di supporto, di dialogo e di informazione”. “Non solo cura” ha poi precisato nel messaggio letto dal moderatore dei lavori, Francesco Giorgino, “ma prevenzione ed educazione alla salute: un compito meritorio per il quale, senza riserve, desidero esprimere un profondo e sincero ringraziamento”.

Obiettivo raggiunto, possiamo allora dire. Perché il “Bilancio sociale”, realizzato dal 2012 dall’Utifar, ha proprio questa finalità: sottolineare quanto fa la farmacia sul piano sociale nella comunità in cui opera, per valorizzare un ruolo spesso purtroppo misconosciuto. “Uno sportello del Servizio sanitario sul territorio”, proprio come Eugenio Leopardi in apertura dell’incontro ha definito la farmacia, sottolineando che le istituzioni la dovrebbero maggiormente valorizzare, “per favorire un coordinamento e un’organizzazione di questo ruolo di supporto attivo al cittadino”. E così, accanto ai dati economici del comparto farmacia (ricavi stimati in 19 miliardi di euro, 67mila addetti, di cui 43.500 dipendenti) -come peraltro ci si attende da un bilancio consuntivo- ecco evidenziata tutta una serie di attività, a favore del cittadino e senza costi per il Servizio sanitario nazionale: quindi, dati che danno un senso a un impegno che va oltre il giro d’affari. Basta indicarne alcune di queste attività non monetarie, per tratteggiare il ruolo sociale del quotidiano impegno dietro il banco, e non solo: 48,2 sono le ore medie settimanali di apertura delle farmacie al pubblico; 48% sono le farmacie “sentinelle della notte” aperte per turno notturno; 5,9 le ore medie dedicate ogni giorno a offrire informazioni e consulenze. E ancora non basta: l’80% delle farmacie ha organizzato giornate sulla prevenzione delle principali patologie, con una partecipazione media di 18 pazienti a evento, l’83% ha offerto test di prevenzione gratuiti, il 40% ha sponsorizzato eventi ricreativi, culturali o sportivi, due farmacie su tre hanno effettuato donazioni con finalità sociali, con importi in un caso su tre di oltre 500 euro, e con donazione di farmaci agli indigenti in un caso su quattro.

L’invito ai colleghi è di leggere attentamente la ricerca Utifar, così potranno conoscere nel dettaglio le caratteristiche sociali delle numerose attività che il sistema farmacia e la categoria tutta riversano, con ricadute sociali, sulla comunità in cui operano. E, si badi bene, non si tratta di un’indagine fatta in casa, quindi “di parte”, bensì di un’analisi elaborata dal Centro studi Sintesi della Cgia di Mestre, sulla base di dati statistici ufficiali prodotti da So.Se, la società creata dal ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Banca d’Italia per elaborare gli studi di settore. Quindi, fonti autorevoli e al di sopra delle parti. Si delinea così un modello di farmacia che non si limita alla dispensazione del farmaco, ma eroga altre prestazioni, come la prenotazione delle visite specialistiche e degli esami, il ritiro dei referti e il pagamento del ticket in farmacia, gli screening gratuiti di prima istanza, il monitoraggio dei pazienti cronici, l’aderenza alla terapia, l’assistenza domiciliare e la telemedicina. Una presenza e un’attività che incontrano il consenso da parte della cittadinanza (la farmacia risulta sempre ai primi posti nei giudizi sui servizi pubblici), ma che non registra altrettanta considerazione da parte delle istituzioni sanitarie. Non sempre, infatti, il ruolo che il farmacista garantisce ottiene il riconoscimento e lo spazio che meriterebbe un servizio così capillare, sempre accessibile, informatizzato e collegato in rete con il sistema sanitario pubblico. Ecco allora la necessità di far conoscere, non soltanto alla cittadinanza, ma anche ai responsabili sanitari, quelle attività della farmacia che presentano ricadute sociali e che sono troppo spesso trascurate.

Che la presentazione del “Bilancio sociale 2019” abbia raggiunto lo scopo, lo si può desumere dal dibattito scaturito alla Camera dei Deputati. Oltre al messaggio del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, vanno ricordati sia l’intervento di Rosanna Boldi, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera (“Attraverso l’innovazione la farmacia e i farmacisti risulteranno fondamentali per la farmacia del futuro e per la gestione di molti aspetti sanitari, in primis l’aderenza terapeutica e la gestione delle cronicità”), sia quello di Stefano Vella, dell’Istituto superiore di Sanità (“Il ruolo delle farmacie deve essere messo a sistema, per valorizzare al meglio le risorse attraverso un coordinamento in rete”). Il segretario dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, Carla Collicelli, è poi intervenuta parlando di sostenibilità (“non soltanto nei riguardi delle risorse economiche, ma come strategia a tutela della salute, di rispetto dell’ambiente e di superamento delle diseguaglianze”), mentre Luca Coletto, neosottosegretario alla Salute, ricordando la sua esperienza come assessore alla Sanità del Veneto, ha valorizzato il ruolo dei farmacisti nell’interesse dei cittadini (“La farmacia rappresenta un fondamentale punto di riferimento sociosanitario per il paziente”). Anche Andrea Favaretto, del Centro studi Sintesi della Cgia di Mestre, nel presentare i dati del “Bilancio sociale” ha ricordato l’alta propensione della farmacia alla prevenzione, sottolineando come esistano “forti elementi di empatia tra farmacia e cittadini”, così come Anna Lisa Mandorino, vicesegretario generale vicario di Cittadinanzattiva, soffermandosi sulla grande vicinanza tra farmacisti e pazienti, ha evidenziato la necessità di “aumentare la percezione di questo valore, non sempre adeguatamente riconosciuto”.

Comprensibile, allora, a fronte di tanto consenso, la soddisfazione espressa dai responsabili della categoria. Il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, ne ha attribuito il frutto al percorso congiunto tra Federazione degli Ordini, Federfarma e società scientifica Utifar, sollecitate in un cammino congiunto verso nuove sfide e opportunità “che si manifestano e che trovano conferma anche nell’attualità legislativa”. Il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, si è invece soffermato sui tre elementi fondamentali che emergono dal “Bilancio sociale delle farmacie italiane 2018”: la prossimità delle farmacie al tessuto sociale, la valenza professionale della farmacia e la sua reazione alla crisi sociale. Pur a fronte di un calo della redditività, infatti, il farmacista ha saputo riallinearsi, comprimendo i costi fissi e salvaguardando l’occupazione e il personale. E anche questo è un valore sociale da non sottovalutare. Infine, il presidente di Utifar, Eugenio Leopardi, ha concluso i lavori richiamando la necessità per la farmacia di “farsi sempre più rete”, per garantire un servizio standardizzato e divenire “uno sportello del Ssn sul territorio ad alta valenza professionale. La professionalità, infatti, è la nostra ancora di salvezza, perché sul piano commerciale troveremo sempre qualcuno più forte di noi”.

FONTE: Farma 7 n. 44-2018


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